(aprile 2023)

In Emilia Romagna, in provincia di Modena, ci sono due riserve naturali che meritano una visita

Sono entrambe ubicate nel comune di Pavullo nel Frignano, relativamente poco distanti una dall’altra

Sono però due aree molto estese, e per goderle appieno è bene dedicare a ognuna una giusta, e ampia quantità di tempo

Così abbiamo fatto noi

Siamo andati prima a visitare la Riserva di Sassoguidano, un’area molto ampia percorribile a piedi con sentieri di diversa difficoltà. In realtà la morfologia è abbastanza pianeggiante, o dolcemente slivellata, quindi non ci sono difficoltà particolari

La riserva nasce a protezione della biodiversità, del paesaggio, della morfologia e della geologia, e presenta spazi verdi amplissimi, un panorama aperto nel verde ed estremamente rilassante.

La vegetazione, lussureggiante e in pieno risveglio primaverile, presenta anche delle rarità, come questo castagno plurisecolare

All’interno, nel percorso, si incontra la chiesina di San Paolo e la Torre dei Serafini, tutt’ora visitabile, oltre a un piccolo borgo dove ha sede il centro di accoglienza e dove resiste un antico metato

Il metato è una costruzione adibita all’essicazione delle castagne. Per capirne il significato, bisogna pensare a un tempo in cui ci si nutriva solo con quanto proposto e offerto dalla natura, e le castagne secche, diventate farina, costituivano una base per gli impasti. Quello a base di castagne era anche detto “pane dei poveri”, da preparare in mancanza della farina di frumento

Meraviglioso il panorama sulla vallata, fino al fiume Panaro in lontananza

In conclusione, una passeggiata emozionante e, se ripetuta, mai uguale

Completamente diverso è il Parco dei Sassi di Rocca Malatina

Non diversa per il tuffo ella natura, anche qui ci si muove a piedi, immersi nel verde e nel cinguettio degli uccellini, ma la vera attrazione del parco sono le rocce che svettano, quasi monoliti, e che vengono incontro all’improvviso

Si tratta di rocce arenacee, scolpite dal tempo e dagli elementi, intorno alle quali sono organizzati vari percorsi, di diverse lunghezze e diverse difficoltà per via dei dislivelli. Si può decidere di girarci intorno, di guardarle da un lato solo, o di salire, con le scale, in cima a una di queste.

L’area è attraversata da una strada statale di collegamento, quindi si incontrano diversi borghi abitati e alcuni punti di interesse storico, purtroppo spesso chiusi alla visita. Come la Pieve di Trebbio che, leggiamo, “Documentata dall’anno 1163, era chiesa madre di ben diciannove cappelle. Conserva elementi di pregio sia all’interno che all’esterno. Dopo un lungo periodo di decadenza, fu oggetto di un travagliato restauro ai primi del novecento. Degno di nota anche il battistero, posto all’esterno”. Una vera bellezza di questa cappella, almeno per me, è l’essere immersa pienamente nella natura.

Spostandoci più in alto, abbiamo incontrato la Torre Rondonara, bellissimo esempio del genere risalente al XIV secolo. “Sede di fortificazione di Malatigni, modificata nei secoli e abitata fino a pochi decenni fa, è uno dei gioielli del Parco. In primavera ospita una colonia nidificante di Rondone Aps Apus”.