Brescia e Bergamo sono Capitali della cultura per l’anno in corso, 2023

Bergamo la conosciamo bene, Brescia no: andiamo a visitarla con gli amici più cari

Ci incontriamo in piazza Arnaldo da Brescia, caratterizzata dai lunghi portici, oggi piacevole percorso pedonale, ma sorti all’inizio del 1800 come Mercato dei Grani

Ci avviamo subito verso la Pinacoteca Tosio Martinengo, un vero scrigno di bellezza

Tra le tante opere esposte, ed esposte benissimo, ci sono: un Polittico gotico, autore il Maestro Paroto, opere di Vincenzo Foppa, pittore lombardo del 1400, meravigliosi e preziosi vetri veneziani, una sala dedicata a Raffaello, tra cui il Redentore, una stupenda natività di Lorenzo Lotto, un busto in marmo del Canova, il tutto all’interno di spazi ariosi con soffitti affrescati.

Il percorso si conclude con una mostra site-specific realizzata da David LaChapelle: una serie di fotografie che ci mostrano il Cristo presente tra gli emarginati, i senzatetto, i più poveri e discriminati. Un omaggio che l’artista americano ha rivolto a Giacomo Ceruti, detto il Pitocchetto, “pittore settecentesco degli ultimi” proprio per la sua scelta di ritrarre i più poveri

È quasi ora di pranzo: ci attende l’ottima osteria L’Oste Sobrio, dietro piazza della Loggia. Una scelta felice, anche se di ripiego, infatti oggi si celebra San Faustino, patrono di Brescia, la città è in festa e i ristoranti (e le strade) sono affollatissimi

Un salto a piazza della Loggia (o piazza Vecchia) ci permette solo una veloce occhiata, proprio per la folla, ma sufficiente per apprezzarne le linee rinascimentali e le tracce della dominazione veneziana.

Il Palazzo della Loggia, oggi sede del Comune, fu iniziato nel 1492, e deve il suo nome alla presenza, appunto, della Loggia. I successivi rimaneggiamenti non ne hanno alterato la struttura rinascimentale.

Intorno alla piazza corrono altri portici sormontati da palazzi in stile veneziano, e di fronte risalta la Torretta dell’Orologio, così chiamata per l’orologio installato nel 1546. Un orologio prezioso, con quattro angioletti dorati agli angoli a rappresentare i venti, e due figure maschili in bronzo che segnano le ore diurne battendo sulla campana posizionata sopra l’orologio

Impossibile non citare l’attentato di stampo fascista del 1974, che causò la morte di otto persone e numerosi feriti

Ci avviamo lungo la via dei Musei e facciamo tappa alla Chiesa di Santa Maria della Carità, piccolo gioiello barocco che andrebbe ammirata in ogni dettaglio. Una generosa volontaria del Touring Club ci illustra e fa notare le caratteristiche più importanti: dal pavimento in marmi policromi, per la maggior parte di provenienza lombarda, alla fedele riproduzione della Casa di Nazareth, custodita nel Santuario della Santa Casa a Loreto. La Madonna e il Bambino sono neri, a testimonianza della loro provenienza mediorientale

La tappa successiva è il Palazzo Martinengo, che purtroppo troviamo chiuso per il giorno festivo. Ci accontentiamo di visitare il giardino, con una riproduzione di Mondrian in versione vegetale, una spiritosa scultura dedicata a Venezia e una curiosa fontana con un fenicottero in piedi sul mondo

Raggiungiamo il Capitolium, i resti monumentali dell’antica Brixia, oggi ben conservata e valorizzata. Non è stato sempre così: nel medioevo questa parte monumentale è stata trascurata, in parte distrutta o sepolta da altre rovine, e solo alla fine del 1800 si è provveduto a riportarla alla luce e valorizzarla

Una visita del Santuario Repubblicano ci permette di ammirare la ricchezza delle decorazioni sia marmoree che pittoriche con affreschi molto ben conservati

Il monumentale Capitolium, costruito nel 73 d.C., era dedicato al culto di Giove, Giunone e Minerva.

È ancora possibile ammirare sculture dedicate a questi dei, bassorilievi in marmo e il pavimento in lastre di marmo policrome

Una stanza propone una interessante opera di Emilio Isgrò, “Le api di Virgilio”: Una moltitudine di api in volo cancella le iscrizioni delle lapidi romane, trasformandole nella forma di un brulicare di insetti. Le api, simbolo di socialità e operosità, danno così vita a nuove parole. Nel libro VI dell’Eneide, Virgilio descrive lo stupore di Enea di fronte all’apparizione delle anime che, come uno sciame di api, si aggirano nella valle del fiume Lete. Fu proprio al tempo del grande poeta romano che Brixia cominciò a diventare un’importante colonia, come raccontano oggi le sue vestigia.

Nell’ultima stanza è esposta la bellissima Vittoria Alata, statua in bronzo del I secolo d.C.

L’ultima tappa della nostra intensa giornata è in piazza Paolo VI, o piazza Duomo Vecchio, con la Cattedrale barocca di Santa Maria Assunta, il Duomo Vecchio, costruzione medioevale a pianta circolare dove c’è anche una cripta, e il palazzo del Broletto, tutto purtroppo visto al volo perché era ormai orario di chiusura.

Brescia merita altro tempo, che troveremo.