(26 – 29 novembre 2019)

26 novembre

Grazie all’alta velocità dei treni, in sole tre ore ci spostiamo da Milano a Roma. Praticamente un teletrasporto.

L’albergo Argentina, ovviamente in Largo di Torre Argentina, è molto accogliente, anche se la stanza è un po’ piccola e il bagno al piano di sopra (!)

A pochi metri di distanza, in via delle Botteghe Oscure, c’è la Cripta Balbi, che non ho mai visitato. Fa parte del circuito del Museo Nazionale Romano ed è parte della storia più antica di questa città. Quello che ne rimane, e che sprofonda per diversi metri di profondità dall’attuale suolo, è la traccia di una appassionata ricerca archeologica che ha saputo conservare tutte le varie stratificazioni che si sono succedute nei secoli e che sono intervenute a cambiare la planimetria di un intero quartiere.

La storia e l’archeologia del complesso di Balbo, un nobile di origine spagnola, sono raccontate con testi, immagini e reperti. La cripta stessa è visitabile nella sua parte più antica, dove si distinguono le tracce della cisterna per l’acqua e dei condotti fognari sottostanti.

In epoca romana lo spazio attuale di Torre Argentina era circondato da un porticato dove veniva raccolto e poi consegnato il grano per le popolazioni più indigenti

La Crypta era circondata da un quartiere operoso, ricco di abitazioni e botteghe, che è rimasto tale fino al VII secolo d.C.

Nel medioevo la città si trasforma, nel IX secolo viene fondata la chiesa dedicata a Santa Maria Domine Rose, che diventerà in epoca rinascimentale il Monastero di Santa Caterina dei Funari.

Nei secoli cambiano le esigenze e la cultura della popolazione, ed è interessante vedere la trasformazione del quartiere che cambia e piano piano raggiunge l’aspetto che vediamo oggi.

All’interno del museo c’è una mostra dedicata all’ inventore del souvenir.

Se nel 1700 erano i sovrani che si potevano permettere di acquistare opere d’arte dell’antichità come ricordo della loro esperienza romana, con il tempo è nato un vero mercato adatto a tutte le tasche, e sempre più kitch a causa dell’impoverimento culturale delle persone.

Dopo la visita usciamo per fare due passi per le strade di Roma. Arriviamo a Campo dei Fiori e alla Cancelleria, dove già si illuminano le decorazioni natalizie.

Incontriamo (incredibile!) Danila e Paolo, e a quel punto ci uniamo a loro. Li accompagniamo a casa in Trastevere e poi andiamo insieme a cena nella Trattoria da Lucia. Ottima!

Ritorniamo passando da via Arenula. Dal ponte sul Tevere ci saluta il Cupolone.

27 novembre

Stamattina Roma ci regala un cielo terso e un bel sole tiepido, l’ideale per una passeggiata fino a villa Borghese, dove ci aspettano per una visita guidata, prenotata con ampio anticipo.

Scipione Borghese, cardinale, nipote del Papa Paolo V e grandissimo collezionista d’arte, nei primi anni del 1600 acquista una casa in costruzione già da alcuni decenni, ne affida a Flaminio Ponzio il completamento e si crea ufficialmente un’abitazione, in realtà un luogo perfetto per raccogliere la sua collezione d’arte.

Nei secoli successivi gli eredi arricchiscono e anche impoveriscono la collezione, fino all’inizio del 1900, quando la villa viene acquisita dallo Stato e diventa un museo a tutti gli effetti.

Non è frequente trovare, in uno spazio così raccolto, tanti capolavori. Al pianterreno impera la scultura, e ovviamente il protagonista è Gian Lorenzo Bernini, con i suoi capolavori barocchi talmente straordinari da rendere difficile la loro definizione. L’opera del Canova dedicata a Paolina Bonaparte sembra voler stemperare, nella sua staticità, l’intensa drammaticità dei capolavori del Bernini, per poi stupirci con  materasso e cuscini di incredibile morbidezza.

La Pinacoteca è una raccolta dei maggiori pittori rinascimentali, incluso Raffaello presente con una michelangiolesca Deposizione dalla Croce, una leonardesca Dama con l’unicorno, il ritratto di Papa Giulio II, la celeberrima Fornarina, mentre la raccolta si chiude con il magnifico Tiziano L’amore sacro e l’amor profano. Su tutti troneggia Caravaggio con il Bacchino malato, il Canestro di frutta, il San Gerolamo e la stupenda Madonna dei Palafranieri.

Dopo la Galleria Borghese, un piacevole intermezzo: la visita alla redazione di Non Sprecare e l’incontro con le deliziose persone con cui, fino a ora, mi sono solo relazionata via mail.

Il pomeriggio è per la maggior parte del tempo assorbito dalla visita del Palazzo Altemps, che rientra nel circuito del Museo nazionale Romano. La sede è un bellissimo palazzo patrizio con un magnifico cortile e numerosi riferimenti al Cardinale Altemps e alle famiglie a lui vicino. La collezione è dedicata alle sculture romane classiche risalenti ai primi secoli dopo Cristo.

Nel tardo pomeriggio ci sorprende la pioggia, e ci rifugiamo in albergo dove ci accolgono con un bell’aperitivo. La cena è alla pizzeria Emma, un locale dall’affaccio modesto, ma con un interno molto curato e, soprattutto, una pizza squisita.  

28 novembre

La mattina è dedicata alla visita al Cimitero di Ostia Antica, con il tragitto comodamente percorso in metropolitana e ferrovia. Purtroppo realizziamo che l’area tra Colosseo, i Fori Imperiali e gli archi di Costantino e di Tito è completamente coperta dai lavori per una nuova linea della metropolitana. Con pieno rispetto delle esigenze di mobilità dei romani, è un vero peccato perdere per un periodo sicuramente molto lungo un panorama non solo bellissimo, ma molto importante per capire la storia di Roma, la storia sulle cui spalle siamo seduti.

Nel pomeriggio ci avviamo a godere della bellezza esposta di Roma. Cominciamo dal Campidoglio e dalla vista sui Fori Imperiali.

Continuiamo verso il Teatro Marcello per entrare nel Ghetto, sfiorare la Sinagoga e fermarci in breve raccoglimento sotto il Portico d’Ottavia.

Raggiungiamo La Sapienza e la cupola di Sant’Ivo, avvitata verso il cielo. Poi, con tutto il tempo possibile, la meraviglia della Conversione di San Matteo nella chiesa di San Luigi dei Francesi.

In piazza Navona c’è ancora Bernini, la Fontana dei Fiumi, ma noi l’attraversiamo per entrare a visitare la mostra dedicata ad Antonio Canova, a Palazzo Braschi.

La mostra parte un po’ in sordina, con la storia dello scultore e del suo rivoluzionario contributo alla storia dell’arte, che abbandona il barocco per avviare il neoclassico. Le prime sculture sono piccoli gessi, confronti con altri scultori, bozzetti, poi piano piano si svelano i capolavori, le interpretazioni eccelse capaci di coniugare la bellezza classica e impenetrabile con il sentimento più profondo. La Maddalena penitente, piegata dal dolore, il ritratto di Napoleone, giovanissimo e fiero, Amore e Psiche teneramente abbracciati in contemplazione della farfalla che lei porta nel nome, il Fauno dormiente e sognante, vista la fronte corrucciata, e infine la Ballerina, che pare vestita di morbida organza, e non di marmo.

La mostra riserva, alla fine, due sorprese. Una selezione di scatti di Mimmo Jodice ai capolavori del Canova, dove gli stessi prendono vita con gli occhi, i gesti, gli sguardi.

La scultura di una copia di Amore e Psiche, esposta nel cortile del palazzo, eseguita da un robot che ha lavorato incessantemente per 270 ore, seguendo un modello creato con un software capace di riprodurre perfettamente la scultura.

Chiudiamo la giornata nella chiesa di S. Agostino, dove la Madonna di Loreto, con il suo bimbo in braccio,  capolavoro del Caravaggio, ha lo stesso aspetto, e lo stesso abito, della Madonna dei Palafrenieri.  Ma ci sono anche due opere del Sansovino che sono, in questo momento, particolarmente significative per me: la Madonna del Parto, e una Madonna con Gesù Bambino e S. Anna, ritratte come una giovane sposa in compagnia della sua mamma.

La cena è da Giggetto, al ghetto, con ottima cucina romana, e trancio di torta offerto.

cacio e pepe

29 novembre

Oggi si rientra, e allora come salutare Roma? Con una visita a San Pietro, che non è mai abbastanza. La via della Conciliazione è, nell’ultimo tratto, chiusa al traffico, così si può avere l’immagine frontale della basilica man mano che ci si avvicina. Gli spazi sono enormi, rarissimo in Italia trovarne di tali dimensioni, e tutto è grandioso, compreso l’albero di Natale in fase di allestimento vicino al famoso obelisco “Aegua ae corde”.

L’interno stupisce sempre per grandiosità e bellezza: non è facile trovare l’equilibrio decorativo in un monumento costruito nel 1600 e arricchito nei tempi successivi, ma qui ci si riesce, forse anche grazie alle dimensioni. La prima tappa è per la Pietà, commovente sempre. Poi ci si sposta cercando Bellini, Canova, Raffaello …

Sul piazzale antistante la basilica troviamo una nuova scultura, ed è veramente nuova: è stata inaugurata lo scorso 7 ottobre. Si tratta di Angels Unware, dello scultore canadese Timothy Schmalz, e rappresenta un gruppo di migranti di diversi periodi storici, tutti a grandezza naturale, in piedi su una barca, con i volti provati dalla sofferenza e dalla preoccupazione.

Torniamo attraverso Trastevere, facendo tutte le vie della Lungara e della Lungaretta. Recuperiamo i bagagli e ci avviamo verso la stazione Termini, ma riesco ancora a dare un’occhiata a Santa Maria Maggiore.

Roma in giro