25 maggio 2023

Non è sempre possibile vedere da vicino, e con tempo a disposizione, le meravigliose tavole lignee intarsiate con i disegni che Lorenzo Lotto ha realizzato per l’altare e il coro della Basilica di Santa Maria Maggiore a  Bergamo

Le tavole sono infatti decorate su due facciate, di cui una in genere nascosta, ed è quindi un privilegio trovarsi nel posto giusto al momento giusto per vederle da vicino, e vederle aperte.

Ogni tarsia racconta una storia dell’Antico Testamento, oltre quella che riporta il momento dell’Annunciazione, e la lettura completa è possibile solo osservando entrambe le facciate

Diciamo subito che, se Lorenzo Lotto ha disegnato i cartoni con tutte le sfumature di chiaroscuro necessarie, ha poi affidato all’amico Giovan Francesco Capoferri il delicato compito di tradurre su legno la sua visione pittorica e luministica, con giochi di chiaroscuro, sfumature, effetti tridimensionali e vibrazioni della luce. Le tarsie, infatti, sembrano dipinti tanto sono perfette

Per arrivare a tanti preziosi dettagli, Capoferri e i suoi aiutanti hanno usato sostanze alchemiche, erbe, bacche e sabbia rovente: ne abbiamo la certezza grazie al Libre Fabrice Chori, il libro dei pagamenti dei materiali acquistati

Capoferri doveva la sua esperienza al suo maestro Fra’ Damiano Zambelli, autore del coro della chiesa di San Domenico a Bologna e del coro ora collocato nella chiesa di San Domenico a Bergamo

Lorenzo Lotto aveva seguito a Bergamo il lavoro nella chiesa dei domenicani, dove si era reso conto dei problemi dovuti all’arte dell’intarsio, mentre lui voleva a tutti i costi ottenere un prodotto finale innovativo che si esprimesse visivamente con un linguaggio fondato su rapporti tonali e luministici

Per ottenere tante variazioni cromatiche, il Capoferri scelse di utilizzare molti legni diversi, ma è interessante l’utilizzo del sublimato, un prodotto molto corrosivo, oltre che velenoso se inalato o ingerito.

Proprio sul libro della Fabbrica del Coro è possibile rilevare l’enorme varietà di legni, sostanze, procedimenti tecnici che hanno aiutato Capoferri nell’impresa di conferire la morbidezza pittorica a lavori di intarsio, ben più difficili da rendere in sfumature spesso appena accennato

È affascinante constatare come il nostro “maestro di legname e prospettiva” termine che designava gli intarsiatori del Rinascimento, manipolando tutte le sostanze alchemiche che rimandavano a profondi significati filosofici ed ermetici, sia riuscito a dare un’anima alla materia del legno

Giovan Francesco Capoferri è stato interprete del principio creativo dell’inventiva lottesca: con una nuova impostazione tecnica e con gusto poetico ha vestito una superficie lignea con le sfumature e i colori, con le ombre e le luci di un quadro interiore che trova le sue radici nelle metafore delle storie bibliche e delle mitologie dell’antichità

Lorenzo Lotto disegnò i cartoni dal 1524 al 1532, mentre Capoferri lavorò alla fabbrica del coro fino al dicembre 1533, anno della sua morte, avvenuta intorno ai trentasette anni e dovuta, con molta probabilità, a un’intossicazione da prodotti altamente velenosi impiegati nel lavoro d’officina

La chiesa ospita anche la tomba di un grande bergamasco, Gaetano Donizetti

La giornata si conclude con una bella passeggiata lungo le mura fino a Bergamo Alta, e la compagnia è quella, preziosa, degli amici di sempre: Danila, Paolo, Mara, Pasquale