(12 – 18 aprile 2016)

12 aprile

Partiamo molto presto com’è nostra abitudine e via, diritti fino a …Fano, che non era in programma. Ma mia sorella mi aveva suggerito di fermarci, e abbiamo fatto molto bene perché è stata un primo approccio con le Marche molto positivo. Fano è una delle prime località che si incontra appena lasciata la Romagna, ed è una piccola, deliziosa cittadina medioevale.

Il centro storico, molto raccolto, ci viene incontro con la chiesa di s. Antonio Abate, oggi di culto ortodosso. Attratti dalle dimensioni, ci avviciniamo alla chiesa di S. Paterniano, di modesto interesse, quindi torniamo sui nostri passi per incontrare la vastissima piazza XX Settembre, dove si apre un teatro bello e molto grande; da lì entriamo in palazzo Malatesta, oggi sede del museo civico e della pinacoteca. Visitiamo solo la grandiosa corte, ricca di decorazioni, tra cui un bel mosaico, e diversi reperti.

Ci avviamo verso l’arco di Augusto e incontriamo sul nostro percorso il bellissimo duomo, che racchiude opere del Dimentichino e di Ludovico Carracci.

Attraversiamo l’arco e dall’altra parte scopriamo la piccola deliziosa chiesa di san Michele con il suo bellissimo portale originale, e le omonime logge.

Lasciamo Fano e proseguiamo sulla litoranea verso Senigallia. La cittadina rivierasca che sorge alla foce del fiume Misa si rivela ben poco interessante. La rocca Roverasca è imponente ma avulsa dalla vita cittadina, i portici Ercolani sono piuttosto anonimi e mal tenuti, il foro annonario, oggi sede del mercato, per quanto ricco di storia non mantiene il suo fascino. Il litorale è piatto e anonimo. In compenso facciamo il primo assaggio di cucina marchigiana, vegetariana, nel gradevole Synbio Food.

Via, andiamo ad Ancona, tutta un’altra storia.

Ancona è il suo porto.

Arriviamo e subito costeggiano il mare e le banchine, le navi, le gru e i paranchi. Qui  i rapporti commerciali sono soprattutto con Grecia e la Jugoslavia, i nomi che leggiamo non ci sono famigliari.

Il nostro hotel, Seeport, che raggiungiamo dopo un paio di tentativi, è veramente molto bello e abbastanza lussuoso, la nostra camera ha una vista memorabile sul porto e su Ancona vecchia, che si arrampica sulla collina alla nostra destra.

Il tempo di sistemare i e partiamo alla scoperta. Incontriamo per primi il teatro delle Muse (impareremo presto che nelle Marche i teatri sono ovunque, anche nei più piccoli centri e molto attivi) e l’antica, bellissima Loggia dei Mercanti, oggi Camera di Commercio. La facciata è in stile gotico fiorito veneziano, ed è uno dei monumenti laici più importanti di Ancona. 

Dal litorale cominciamo ad arrampicarci per le strade, per una sorpresa dopo l’altra: il centro storico, che conduce verso la cattedrale, è ricchissimo di palazzi nobiliari del rinascimento. In ognuno si riconoscono tracce di un passato ricco e pieno di storia.

Salendo incontriamo: la settecentesca chiesa di san Domenico, purtroppo chiusa (racchiude una crocifissione del Tiziano) che guarda la grande piazza che le si apre davanti e che termina con due scenografiche scalinate che conducono alla chiesa stessa. Di fronte alla chiesa, il Palazzo Mengoni Ferretti ospita la biblioteca comunale. Poco più su c’è la splendida chiesa dedicata a san Francesco, detta delle scale, dalla quale si gode il panorama del mare e del porto.

La chiesa colpisce per il magnifico portale scultoreo a baldacchino, opera di Giorgio Orsini, realizzato a metà del 1400, in stile gotico fiorito e su modello della veneziana porta della Carta. Nell’abside è racchiusa una preziosa Assunta di Lorenzo Lotto.

Continuiamo l’ascesa che culminerà sulla piazza del Duomo, e ammiriamo ancora il Palazzo degli Anziani, che gode di un affaccio spettacolare sul mare, destinato a ospitare il consiglio comunale. Di fronte c’è la chiesa del Gesù.

Raggiungiamo finalmente lo splendido d’uomo, dedicato a san Ciriaco, che dall’alto domina tutta la città vecchia e tutto il porto. La chiesa sorge sui resti di un tempio dorico e, successivamente, di una basilica paleocristiana dedicata s san Lorenzo. Oggi è una costruzione imponente, pregevole soprattutto per il suo portale, adorno di fasci di colonne reggenti archi ogivali in marmo di Verona. Ai lati, gli immancabili leoni. Il campanile, ex torre di avvistamento, è staccata dal corpo principale.

L’interno, molto grande, luminoso e accogliente, è impreziosito da un fastoso altare di Luigi Vanvitelli. Dopo aver raggiunto la vetta scendiamo di nuovo verso il basso, costeggiano gli scavi dell’anfiteatro romano, il palazzo Ferretti, sede del museo archeologico.

Torniamo verso il mare per vedere ancora la chiesa di Santa Maria della Piazza, interessante soprattutto per la facciata romanica, opera del maestro lombardo Filippo, realizzata nel 1210. Costeggiamo il Lungomare Vanvitelli fino al Lazzaretto, o Mole Vanvitelliana, una costruzione realizzata da Luigi Vanvitelli a metà del 1700 e usato sia come magazzino per merci e armi, sia per necessità igieniche e sanitarie. Oggi è sede museale, e vediamo una bella mostra pittorica di artisti poco noti, ma molto bravi e ricchi di creatività.

Finalmente è ora di cena. Ci trattiamo benissimo al ristorante Sott’Archi, a gestione completamente femminile.

13 aprile

Dopo un’ottima colazione lasciamo Ancona e ci dirigiamo verso la costa.

Prima tappa il Passetto, un contesto di architettura fascista dove un inguardabile tempietto dedicato ai caduti si confronta con una bellissima scalinata che conduce agli scogli e all’acqua. Costeggiamo il mare e la costa è davvero bellissima con le altissime scogliere bianche, in pietra calcarea, spesso a picco sull’acqua.

In riva piccole spiagge tranquille forse raggiungibili solo via mare. Vogliamo conoscere le cittadine di Numana e Sirolo, note come centri balneari. Le raggiungiamo, sono piccolissime, il centro è posizionato in alto e il mare raggiungibile attraverso percorsi tortuosi o lunghe, ma non impossibili, scalinate. Rimaniamo un po’ delusi, il fascino del posto è difficile da cogliere. La stessa atmosfera ritroviamo a porto Recanati, e allora decidiamo di visitare proprio Recanati, patria di Giacomo Leopardi.

La cittadina lo celebra ovunque, con passi delle sue liriche più note esposte in giro nelle strade, e fotografie del set cinematografico del “giovane favoloso” nei vari punti della città dove è stato girato.

Per le strade non c’è quasi nessuno, il posto è tranquillissimo, saranno questi i sovrumani silenzi?

Ancora una breve tappa a Treia, paese medievale fortificato, chiuso tra le mura.

E’ ora di dirigerci verso Macerata, con il suo centro storico chiuso tra le mura medievali. È una città universitaria quindi piena di giovani e di vivacità. I palazzi prestigiosi si susseguono uno dopo l’altro: il palazzo del Comune, quello della Prefettura, fino al palazzo Buonaccorsi sede della pinacoteca. Le chiese principali, come il Duomo e san Domenico, sono meno suggestive della piccola chiesa dedicata alla Madonna della Misericordia, con l’interno progettato dal Vanvitelli.

Ma il pezzo forte di Macerata è lo Sferisterio, una vasta arena con forma semicircolare, creata all’inizio del 1800 per praticarvi il gioco del pallone al bracciale, e oggi utilizzato come teatro d’opera per la perfetta acustica. Il festival in programma ogni estate ha un enorme successo e conta su un pubblico proveniente da tutto il mondo.

Alla sera ceniamo molto bene da Secondo, dove assaggiano le olive ripiene e i vincisgrassi. Più deludente è l’albergo, Lauri, poco comodo nella stanza e poco ricco nella colazione.

Sferisterio

14 aprile

La meta odierna è Fermo, ma prima ci concediamo una mattinata di shopping nello spazio di Tod’s (a luglio ci attende un evento MOLTO importante)

Sulla strada ci fermiamo a Monte San Giusto dove sappiamo esserci un’opera del Lotto. Con una botta di fortuna non da poco arriviamo in attimo prima che chiudano la chiesa. Il quadro, la Crocifissione, valeva tutta la deviazione e la sosta. Intenso, drammatico, contiene all’interno una storia che si svela lentamente, mentre lo si legge. Inoltre ha un’altra preziosità: é lí, proprio nel posto dove il Lotto lo aveva pensato, dentro la cornice dorata che l’autore stesso ha disegnato per la sua tela.

Arriviamo a Fermo nel primissimo pomeriggio. Il Palazzo Pucci che ci accoglie è splendido. Una dimora settecentesca di grande prestigio e suggestione, che ci riserva una bellissima camera da letto e uno spazio relax con vista sulle colline fino al mare.

Ci mettiamo subito in movimento per visitare la città, partendo dalla centrale piazza del Popolo. Qui si affacciano il Palazzo dei Priori e il Palazzo degli Studi. Ci avviamo subito per visitare la Pinacoteca, ma grazie all’ottima organizzazione della struttura otteniamo anche la visita guidata delle cisterne romane e del teatro. Le cisterne romane sono un reperto straordinario di quello che era la riserva d’acqua della città e di tutto il fermano. E’ incredibile che oltre duemila anni fa siamo stati in grado di fare un’opera di ingegneria così perfetta. Nei secoli successivi le cisterne sono diventate deposito di merci, rifugio e forse, durante le guerre, vi si sono salvate delle vite umane.

La Pinacoteca, pur piccola, ha alcune opere di grandissimo valore: la Natività di Rubens, agli affreschi sulla vita della Madonna, fino allo straordinario mappamondo nella biblioteca.

Il teatro è fatto sul modello dei più prestigiosi me storico teatri italiani, con velluti rossi, la buca per l’orchestra e, data la passione degli abitanti, è molto frequentato. Tra l’una e l’altra di queste visita riusciamo ad andare a vedere il Duomo …

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