(8 novembre – 13 novembre 2011)

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8 novembre – Dopo quasi 11 ore di volo, lunghe ma molto confortevoli, arriviamo al’aeroporto internazionale Ramgoolan: siamo a Mauritius.

Rispetto al nostro hotel, l’aeroporto è dall’altro capo dell’isola, e ci vuole più di un’ora per raggiungerlo. Nel frattempo diamo un’occhiata generale: siamo in Africa, con tutto quello che significa, vegetazione rigogliosa, abitazioni di tutti i tipi, dalla baracca di metallo ondulato alla super villa di discutibile gusto, e tanto disordine.  L’hotel che ci accoglie, Victoria, si propone subito, invece, con un look piuttosto occidentale, quindi un po’ finto. Ma è molto bello, immerso in un giardino profumato, con bouganville di tutti i colori e le palme che arrivano in spiaggia.

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Dopo una doccia indispensabile, proviamo il ristorante, buono, ricco e variato, e poi subito al mare a fare un tuffo incredibile nell’acqua trasparente, passeggiare lungo la spiaggia e prendere il primo sole. Troviamo anche il tempo per organizzare due gite. Prima di cena mi faccio un bel hammam e sauna, poi cena e a letto, siamo frullati.

9 novembre – Oggi è una giornata relax, da dedicare interamente alla vita di spiaggia. Tempi morbidi, letture, sole e tanti bagni con la maschera per seguire i pesciolini tropicali che nuotano fin quasi a riva. Anche stasera hammam, cena indiana (buona!) e anche spettacolino musicale. Ma lo spettacolo più bello è quello della natura, di un mare trasparente e quasi lacustre, visto che le onde si frangono molto al largo, sulla barriera corallina, e di un cielo pieno di stelle e illuminato dalla luna piena, dell’emisfero meridionale, dove al posto della faccia si indovina l’immagine di un cagnolino.

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10 novembre – Oggi lasciamo la spiaggia per dedicarci a un tour parziale dell’isola:come da accordi viene a prenderci Steve, che sarà la nostra guida e autista durante tutta la giornata. Prima tappa, dopo una brevissima sosta alla chiesa settecentesca di San Francesco d’Assisi, sono gli immensi giardini botanici di Pamplemousses, una raccolta considerevole di alberi e fiori tropicali, qui liberi di crescere secondo le proprie dimensioni e orientamenti. Appena entrati ci accoglie un affollato volo di “pipistrelli della frutta”, grossi animali volanti diurni rumorosi come uno stormo di uccelli. Non perdiamo tempo e cominciamo la nostra visita. In questo giardino sono senz’altro predominanti le palme, di cui ne esistono circa 60 specie diverse, ma non manca il baobab, diverse specie di ficus, e soprattutto gli alberi delle spezie più comuni, quelle che usiamo quotidianamente in cucina: noce moscata, chiodo di garofano, cannella. Particolarmente suggestive sono poi le fioriture, che nel clima tropicale hanno dimensioni gigantesche: vediamo il fiore di loto e la ninfea Victoria Amazonica.

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Dopo Pamplemousse ci dirigiamo verso sud: dobbiamo prima passare la caotica capitale Port Louis e i suoi operosi sobborghi (Vacoas, Floreal, Phoenix famosa per la sua birra ) prima di arrivare a Curapipe e, successivamente, a Trou Aux Cerfs, il grande cratere lasciato dal vulcano, oggi spento. Si tratta di una vallata così pullulante di vita da trasmettere un’incredibile energia! Il tempo di qualche foto e riprendiamo  il viaggio: ci fermiamo per ammirare le profonde Gorges de la Rivière Noire, anch’esse totalmente inghiottite dalla vegetazione tropicale. La tappa successiva è Grand Bassin, un luogo sacro agli indù (che a Mauritius rappresentano oltre il 50% della popolazione), dove ci accoglie una gigantesca statua in rame del dio Shiva che guarda tutti con occhio benevolo. Poco lontano ci sono il tempio e  il lago sacro, dove gli indiani celebrano le loro feste e vi si immergono come nel Gange. Per nostra fortuna capitiamo proprio in una giornata in cui il popolo indù sta celebrando una festività, e possiamo assistere ai loro riti celebrativi davanti all’acqua e alle loro preghiere. Proprio perché così numerosi, molti indiani hanno celebrato in posti diversi, e si vedono piccoli altari allestiti in onore della divinità, con offerta di banane, noci di cocco e fiori. Il tuffo nella spiritualità indiana è piacevole e significativo, ma il nostro viaggio deve proseguire verso uno dei punti più particolari di Mauritius: Chamarel, la cascata più alta dell’isola e la terra dai sette colori. La cascata è in realtà rappresentata da un paio di rivoli d’acqua che scendono da un’altezza notevole (al momento tutti si lamentano della mancanza d’acqua, quindi forse la scarsa alimentazione delle cascate è dovuta a questo fatto), mentre “la terra dai sette colori” è una suggestiva e bellissima distesa di dune dove il caldo tropicale e l’umidità hanno sciolto i metalli presenti naturalmente nella terra (principalmente ferro e alluminio), generando il suggestivo fenomeno colorato: ruggine, porpora, grigio, blu, viola  ….

La nostra visita, che ha puntato al centro su dell’isola, può dirsi quasi terminata, ma sulla strada del ritorno ci concediamo ancora qualche passaggio interessante: la vista dall’alto del monte Lo Morne, dove si rifugiavano gli schiavi in fuga, e la lagunare costa sud ovest; le saline; la spiaggia di Tamarin, luogo per surfisti dove i pini marittimi arrivano in spiaggia.

Alla sera la cena è al ristorante Horizon, con sfizioso menu di pesce e un buon vinello cileno.

11 novembre – Oggi giornata dedicata ai tuffi nel mare turchese e al sole bollente dei tropici. Facciamo una lunga passeggiata verso nord, con l’illusione di raggiungere la spiaggia di Trou aux Biches, in realtà non raggiungiamo un bel niente, la distanza è troppa da fare e a piedi e in mezzo c’è un ampio spazio di rocce nere quasi impraticabili. In compenso prendiamo visione della vera Mauritius, fatta di case molto semplici e del disordine africano, che soggiace alla forza della natura. Alla sera, dopo l’hammam, cena al ristorante La Casa, anche qui ottimo pesce e squisito vino sudafricano.

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12 novembre – La giornata di oggi, splendida, è trascorsa sull’acqua: siamo partiti molto presto per attraversare l’isola in senso longitudinale e raggiungere Trou d’Eau Douce, dove ci imbarchiamo su un catamarano per visitare l’Ile ux Cerfs. In realtà avremo molto di più: la navigazione nelle acque protette dell’Oceano Indiano ci conduce verso la foce di un fiume dove, pochi metri all’interno, c’è una suggestiva cascata che irrompe dalle rocce nere. Andiamo poi vicino alla barriera corallina per un bagno e snorkeling nell’acqua turchese.

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E’ ora di pranzo, e i giovani organizzatori ci sorprendono con un menu ricco, gustoso e leggero. Pasta, insalata di riso, insalata fresca mista, pollo e soprattutto pesce delizioso. Ci sembra già molto, e invece arriva l’ananas a fette, torta al cioccolato e caffè. Dei veri buongustai! Raggiungiamo a questo punto l’Ile aux Cerfs, un angolo di paradiso tropicale che sembra contenere tutte le qualità: sabbia bianca, mare trasparente, lagune pacifiche, pinete fino alla riva. Facciamo un bel giro ricognitivo e ci godiamo il sole bollente. Il ritorno è un’altra piacevole traversata, veleggiando veloci grazie al ben vento teso, In albergo ci attende il più strepitoso tramonto infuocato di Mauritius!

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13 novembre – L’ultimo giorno a Mauritius trascorre godendo del sole tropicale, della pace, del mare. E’ stato un vero piacere e conoscere un’isola che rappresenta un centro di armonia e amabile convivenza. Qui, su un numero limitato di chilometri quadrati, le persone seguono religioni diverse, con riti, ritmi e tradizioni diverse, ma il rispetto e la tolleranza prevalgono sulle diversità, creando un paradiso gentile che rasserena l’anima.